Gorreri: da 35 anni un ‘affare di famiglia’
Con le sue tecnologie ha fatto la storia dell’industria dolciaria italiana. E in un mercato sempre più competitivo, non smette di crescere grazie a un modello di business che mette
al centro le persone. E la flessibilità. Intervista a Chiara Lombardi, business development officer.
La nuova sede
Ha inaugurato nel 2020 la nuo- va, modernissima sede a Sor- bolo Levante di Brescello, in provincia di Reggio Emi-lia. E nel 2022 festeggia 35 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1987. Gorreri, che progetta e realizza macchine, linee complete e soluzioni ‘chiavi in mano’ per l’industria dolciaria, del dolciario italiano rappresenta un indiscusso pez- zo di storia. Al fondatore, Luigi Gorre- ri, sono infatti riconosciute alcune delle tecnologie che hanno rivoluzionato il settore: dalle prime linee per la produ- zione di pan di spagna, crostatine e gi- relle, oltre 40 anni fa, ai turboemulsori in continuo a testata verticale in grado di preparare, velocemente, impasti perfet- tamente miscelati e omogeneizzati. Alle competenze del fondatore e alla lungi- miranza di sua moglie Armanda Dallasta, CFO dell’azienda, si sono unite negli anni quelle del figlio Luca, tecnico e General Manager, e di sua moglie Chiara Lombardi, avvocato e BusinessDevelopment Officer
dell’azienda. E proprio con lei abbiamo ripercorso le tappe salienti di questo cammino di crescita che fonda il suo successo su un grande valore: la famiglia.
A distanza di 35 anni dalla sua fon- dazione Gorreri è ancora un’azienda 100% familiare?Certamente. Ed è uno dei nostri grandi punti di forza. Non dimentichiamo, però, che Gorreri è di per sé una grande famiglia, fatta di tecnici e collaboratori cresciuti con noi e grazie ai quali l'azienda si è sviluppata ed evoluta nel tempo.
In che modo?
La produzione di tecnologie per l’industria dolciaria è, dopotutto, una nicchia di mercato. Vi operano poche aziende e il mercato va sempre più nel- la direzione di una ‘concentrazione’ di operatori all’interno di grandi gruppi. I quali, per loro stessa natura, hanno una struttura complessa e poco flessibi- le. Un’azienda familiare come Gorreri, invece, da sempre fa della flessibilità e della personalizzazione una componente imprescindibile della sua offerta tecno- logica. Che nel corso degli anni si è evo- luta proprio in base alle esigenze della
Come personalizzate la vostra offerta?
Innanzitutto, noi non vendiamo la tec- nologia, ma il prodotto finito. Mi spiego meglio. Quando incontriamo un cliente non diciamo ‘ti diamo una linea di proces- so’, ma piuttosto ‘raccontaci che prodotto vuoi realizzare e noi studiamo la soluzio- ne più adatta a te’. In aggiunta, abbiamo una gamma di prodotti molto ampia e riu- sciamo sempre a includere la miscelazio- ne, che è un vantaggio importantissimo perché ci permette di garantire davvero il prodotto finito. Sono dettagli che fanno la differenza e che ci hanno permesso di restare sul mercato per tutti questi anni e continuare a crescere. Abbiamo incontra- to naturalmente delle difficoltà, ma queste sono sempre state superate anche grazie al lavoro e alla tenacia della famiglia. Oggi in azienda lavorano 60 persone e il fattu- rato è più che raddoppiato negli ultimi 6 anni.
Com’è iniziata la vostra storia?Luigi Gorreri era direttore tecnico commerciale della Ravanetti, storica azienda tra Parma e ReggioEmilia nonché la prima, in Italia, a realizzare macchine per l’industria dolciaria. Dopo che l’azienda ha chiuso, ha lavorato per alcuni anni come consulente privato fino a d ecidere di m ettere a frutto tutta l’esperienza maturata e fondare, insieme alla moglie Armanda Dallasta, Gorreri. Era il
1987. Nei suoi molti anni di lavoro
Luigi Gorreri ha sviluppato competenze meccaniche e di progettazio-ne superiori alla media. Ha infatti realiz-zato le prime linee per la produzione di pan di spagna e i primi turboemulsori a testata verticali. E ancora oggi Il Turbomixer con Tecnologia Vertimix a marchio Gorreri è considerato tra i più performanti sul mercato.
Cos’ha apportato invece la seconda generazione?
Sicuramente un spinta alla modernità e alla digitalizzazione. Luca è un tecnico eccellente, come il padre, ed è infatti quel- lo che dopo aver parlato con il cliente im- magina e progetta le macchine e le linee. Io contribuisco con le mie competenze le- gali, di marketing e digitalizzazione a por- tare l’immagine dell’azienda ‘nel futuro’
grazie anche a un importante lavoro di co- municazione del brand. In amministrazio- ne c’è sempre Armanda Dallasta. Senza di lei, l’azienda non sarebbe mai arrivata dov’è oggi. Ogni generazione dà quindi il proprio apporto per migliorare l’azienda e contribuire a scrivere un pezzo della sua storia.
Una tradizione destinata a continua- re?
Speriamo di sì! Ci sono già due picco- li Gorreri che crescono respirando l’aria dell’azienda (sorride,
ndr). Scherzi a par- te, la continuità oggi ha molto valore. E la serietà della famiglia e del suo modo di lavorare sono senza dubbio alla base del nostro successo.
Anche sui mercati esteri?
Certamente. All’estero realizziamo cir- ca il 95% del nostro fatturato. Anche se negli ultimi due anni abbiamo riconqui- stato anche una parte del mercato italiano.
Quali sono le vostre tecnologie ‘best seller’?
Siamo leader di mercato nel processing di torte a strati, anche in questo caso grazie alla possibilità di abbinare il Turbomixer che permette di emulsionare e montare panna e creme in continuo: una tecnolo- gia che in pochi, al mondo, padroneggia- no davvero. Dal nulla, siamo in grado di costruire una torta a strati dall’inizio alla fine. Ultimamente, poi, siamo entrati in alcuni grandi gruppi con le nostre tecno- logie per la produzione di prodotti dosati: come muffin, cup-cake, plum-cake, ciam- belle e molti altri. Soluzioni perfette per il mercato americano, dove stiamo crescen- do molto.
In quali altri mercati siete presenti?
Un po’ in tutto il mondo. Siamo molto forti in Nord e Sud America ma stiamo crescendo anche in Europa e vendiamo già molto bene nel mercato asiatico.
Avete in programma la partecipazio- ne a fiere di settore?
In calendario per il 2022 c’è il Pack Expo Messico a metà giugno e forse il Fi- spal in Brasile, sempre a giugno. Imman- cabile poi l’appuntamento di settembre con l’Ibie di Las Vegas e a fine anno con il Gulfood Manufacturing di Dubai. Per la prima volta esporremo anche a Pack Expo Chicago 2022 e i grandi
appuntamenti del 2023 sono già in agen- da: l’Interpack di Düsseldorf a maggio e l’Iba di Monaco, a ottobre.
Un calendario impegnativo. Vi preoc- cupa l’attuale situazione emergenziale rispetto a materie prime, energia, tra- sporti e, non da ultimo, la crisi in Ucrai- na?
Ci preoccupa molto, come tutti. I costi fissi sono aumentati, così come le materie prime e le componenti elettroniche che, oltre a costare di più, non arrivano. Tut- to questo si ripercuote sulla produzione e sulle consegne. E poi la guerra, che si gio- ca anche sulle sanzioni, finirà per colpire aziende che vivono di export come noi. Per il nostro settore la Russia è un merca- to grande e in forte sviluppo. Modern Bakery a Mosca è già stata posticipata...
Ora che l’azienda ha raggiunto il
traguardo dei 35 anni, come vedete il futuro?
Vediamo sicuramente qualcosa in più della sola crescita economica. Negli ul- timi anni, abbiamo apportato tante pic- cole rivoluzioni che mettono al centro i dipendenti e il loro benessere. Abbiamo aperto una mensa aziendale e abbiamo stabilito orari più flessibili, per ottimizza- re il lavoro e valorizzare il tempo libero dei nostri collaboratori. Un altro grande obiettivo su cui lavoreremo è la parità di genere. Un argomento molto ‘alla moda’ oggi ma che ritengo cruciale soprattutto in un settore, quello del meccano-alimenta-re, che è quasi prettamente maschile. Le associazioni industriali organizzano corsi di studio per donne imprenditrici, le isti-tuzioni mettono a disposizione contributi a fondo perduto per la parità di genere, ma chi ha veramente bisogno di sostegno sono le operaie e le dipendenti con l’esi- genza di conciliare lavoro e famiglia e che non devono essere relegate a ruoli minori o part-time. Le aziende di uno stesso ter- ritorio, così come i comuni, dovrebbero collaborare per metter loro a disposizione veri servizi. Questo, insieme alla detassazione derl lavoro femminile, aiuterebbe davvero la parità di genere.
Noi, in Gorreri, ci crediamo molto e stiamo investendo per fare la differenza.